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Paola e sua madre


di marco523
24.08.2024    |    9.882    |    2 9.7
"Ci salutammo e tornai nella mia stanza a dormire, per non destare sospetti tra i suoi colleghi e gli altri tutor..."
Giovanna era la madre di Paola, una ragazza che avevo frequentato per alcuni mesi quando ero ventenne. Durante la nostra relazione, Paola ed io, passavamo molto tempo a casa sua, che era quasi sempre libera. A volte capitava di incrociare sua madre e di passare del tempo assieme. I suoi genitori ci tenevano molto a conoscere le frequentazioni della figlia ma erano genitori moderni, giovanili e molto simpatici. Dopo una prima fase di studio, si instaurò un rapporto di grande simpatia e stima reciproca.

Paola era la copia della mamma, con qualche anno in meno. Giovanna aveva 45 anni ed era una donna molto intelligente, simpatica e affascinante. Era una donna sportiva, sempre in movimento e attenta alla dieta. Aveva una folta chioma riccia, color castano, carnagione olivastra e occhi blu cobalto. Era una donna magnetica e il suo stile di vita le aveva permesso di arrivare a quell’età in una forma strepitosa.

Essendo spesso da loro, capitava a volte che Giovanna ed io ci incrociassimo in situazioni poco ortodosse, come appena usciti dalla doccia o magari di passare davanti alla sua stanza mentre si stava cambiando con la porta socchiusa, pensando di non essere vista.
Non vi nascondo che in più di un’occasione pensai a lei, anche mentre scopavo Paola.

La storia con Paola durò solo qualche mese ma quando ci lasciammo rimasi in buoni rapporti, sia con lei che con i genitori.
Dopo qualche mese dalla fine del nostro rapporto Paola mi scrisse per sapere come stavo e mi disse che la madre, che era insegnante di inglese, stava organizzando un campus estivo per ragazzi italiani nel Regno Unito. E mi chiese se potevo essere interessato. Il campus sarebbe durato due settimane e stavano cercando dei giovani che conoscessero bene l’inglese e che fossero disponibili a fare da tutor ai ragazzini che avrebbero partecipato al campus. La sua scuola avrebbe garantito spese di viaggio, vitto e alloggio, oltre che una piccola ricompensa.
Mi presi qualche giorno per pensare alla proposta e alla fine decisi di accettare.

Il campus fu una bellissima esperienza e con gli insegnanti e gli altri tutor si creò un bel gruppo affiatato.
Giovanna era sempre molto gentile e disponile con me e, in segno di gratitudine, a volte alla sera mi fermavo fino a tardi per aiutarla a correggere i test e preparare il materiale per il giorno successivo.

Una delle ultime sere si scatenò un violento temporale e, non potendo stare all’aperto, Giovanna mi invitò nella sua stanza per preparare le ultime cose per il giorno successivo. Nonostante il temporale, faceva molto caldo quella sera. Dopo essermi fatto una doccia rinfrescante, raggiunsi la stanza di Giovanna, in pantaloncini corti e maglietta. Anche lei era appena uscita dalla doccia e indossava solo una un vestitino sbracciato di cotone, quelli che si usano per andare al mare per intenderci, abbastanza corto e largo, e che lasciava intravedere diversi dettagli.
-“ Scusa Marco ma stasera sono davvero stravolta e con questo caldo non vedevo l’ora di mettermi comoda” disse Giovanna.
-“ma figurati, anche io come puoi vedere non scherzo come eleganza” risposi. E scoppiamo a ridere.

Giovanna ed io eravamo molto in confidenza e in passato in più di un’occasione era capitato di incrociarci per casa vestiti in maniera informale e “casalinga” o mezzi svestiti.

Ci sedemmo alla scrivania della sua stanza e iniziammo a correggere gli esercizi.
La scrivania era piuttosto stretta ed eravamo molto vicini. Il vestitino che indossava era piuttosto corto e lasso. Mente correggevo i compiti dei ragazzi, non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue gambe abbronzate e dalla sua scollatura. Dalla mia posizione riuscivo a intravedere il suo seno e anche i capezzoli. La cosa mi stava mandando in estasi e un paio di volte mi alzai con il pretesto di bere un bicchiere d’acqua, per fare due passi e cercare di stemperare i mie bollenti spiriti. Giovanna invece era completamente assorta nel lavoro e non sembrava fare caso alle mie turbe ormonali.

Quando tornai alla scrivania, Giovanna si avvicinò perché voleva un parere su esercizio. Era attaccata a me e i nostri sguardi a un certo punto si incrociarono. Le nostre bocche erano a pochi cm di distanza e non resistetti. Le accarezzai il viso, spostai una ciocca di capelli e la baciai. Giovanna sembrava spiazzata dalla mia mossa ma dopo un attimo di titubanza iniziammo a baciarci delicatamente. Iniziai a leccarle l’orecchio, poi il collo e la mia mano scivolò sulla sua gamba. Si lasciò andare per qualche secondo e poi si staccò improvvisamente:
-“ ma cosa stiamo facendo?? Non possiamo farlo….davvero non posso….” Disse quasi impaurita.

Le misi un dito davanti alla bocca,
“ssshhh non dire nulla…” bisbigliai e ripresi a baciarle il collo, abbassando le spalline del vestito. Giovanna provò ad opporre un po’ di resistenza
“No, no, davvero. Non posso….” Ripetè per due volte facendo dei timidi tentativi per allontanarmi.
Ma era evidente che le piacesse quello che stavo facendo….e che stava per cedere.
Feci scivolare la mia mano sulla sua gamba e iniziai ad accarezzarle il ginocchio risalendo piano piano verso l’inguine. Le abbassai le spalline del vestito, scoprendo i suoi seni e iniziai a baciarli. Giovanna a quel punto smise di opporre resistenza e si lasciò completamente andare. Iniziò ad accarezzarmi i capelli e la schiena.

Salì sopra di me e si abbassò completamente il vestito sotto l’ombelico in modo da offrirmi il suo corpo in tutta la sua bellezza. Continuai a leccarle il collo e i seni, mentre afferendola per i glutei la facevo muovere avanti e indietro sul mio cazzo. Indossavo dei pantaloncini sportivi dell’Adidas e poteva sentire la mia erezione in tutta la sua virilità. E anche io potevo sentire il calore e l’eccitazione provenire da sotto le mutandine.

Giovanna era completamente in mia balia. Le chiesi di alzarsi e di girarsi, dandomi le spalle, facendole appoggiare le mani sulla scrivania. Iniziai a mordicchiare la sua spalla mentre la stuzzicavo con le dita. Alzai leggermente il vestitino, scostai appena le sue mutandine e inizia a scoparla. Giovanna si sdraiò con il busto sul tavolo e buttò tutti i fogli presenti sulla scrivania per terra, con due movimenti decisi. La sua figa era calda e accogliente. Era irresistibile in quella posizione, a 90 gradi sulla scrivania, con il busto appoggiato sul tavolo e la testa di lato. La potevo vedere e sentire mentre gemeva di piacere ad ogni mia spinta. Quando iniziò a gridare più forte, le misi due dita in bocca per cercare di non fare troppo rumore. Iniziò a leccarle simulando un pompino stupendo. Nel mentre continuavo a scoparla con sempre più foga.

Sentivo che stavo per arrivare… e avrei voluto venirle dentro, riempiendola del mio piacere. Proprio mentre stavo per venire però pensai a Paola e per un ingiustificato senso di pudore nei suoi confronti (ingiustificato perché oramai la madre ed io eravamo ben oltre il limite del pudore), mi sfilai e le inondai la schiena di sperma.
La scena che avevo davanti era sublime. La madre della mia ex, nuda davanti a me sul tavolo e cosparsa dal mio piacere. Quante volte avevo scopato Paola in quella posizione…venendole sulla schiena o in bocca. Mi sembrava di vivere un dejavu.

Senza perdere tempo la girai a pancia in su, facendole appoggiare i piedi al mio torace. Inizia a leccarle le caviglie e i piedi. Lentamente scesi leccando ogni centimetro delle sue gambe. Giunto all’inguine, le sue gambe si aprirono e iniziai a leccarle il clitoride e accarezzarle i seni con le mani. Vidi che anche lei si accarezzava e con la lingua cercava di leccarsi il seno. Giovnana portò poi la sua mano al clitoride e inziò ad accarezzarlo…mentre io continuavo a leccarla. La sua mano si muoveva in maniera delicata ma decisa allo stesso momento e sentivo il suo piacere crescere sempre più. Le la lasciai allora il controllo del clitoride e io scesi e continuai a leccare e scopare la sua vagina con la lingua e le dita. Era la mossa giusta. Giovanna cominciò a contorcersi e a stringere le gambe attorno alla mia testa. Il suo respiro e i suo gemiti si fecero sempre più intesi e ravvicinati. Dopo poco venne emettendo alcuni gridolini di piacere e tremando per alcuni secondi.

-“Marco…è stata meraviglioso…” mi guardò estasiata e soddisfatta. E mi trascinò su di lei per baciarmi.

Rimase sdraiata sul tavolo per alcuni minuti, fissando il soffitto. Poi si alzò e prendendomi per mano mi portò in bagno. Facemmo una doccia rilassante accompagnata da baci e carezze.
Non ci volle molto perché il mio cazzo tornasse duro.

-“ Ah vedo che siamo belli in forma stasera!” Esclamò Giovanna. E iniziò ad accarezzarlo e masturbarmi con dolcezza.
-“ Per stasera basta così, domani dobbiamo alzarci presto e sono già le 2 di notte…” disse, con una vena di dispiacere.

Usciti dalla doccia, Giovanna indossò il suo accappatoio e io utilizzai un asciugamano.
Mi appoggiai a lei da dietro, baciandole il collo e accarezzando il suo seno.
La invitai a sedersi sulla toilette e mi misi davanti a lei, facendo cadere l’asciugamano. Mi guardò con sguardo malizioso e birichino, e prese il mio cazzo in bocca senza pensarci, iniziando a leccarlo e a succhiarlo con dolcezza e sapienza.

“Vediamo se sei brava come tua figlia” pensai.
Paola infatti era una amante dei preliminari ed era molto brava nel sesso orale. Aveva una vera passione per il pompino, arte in cui eccelleva. Mentre Giovanna me lo succhiava mi ricordai di una volta a casa di Paola. Io e lei sul divano a guardare un film, mentre sua madre faceva la doccia. Quel giorno avevamo voglia di trasgredire e Paola iniziò a succhiarmelo. Quando sentimmo l’acqua della doccia spegnersi, mi alzai in piedi e Paola si mise in ginocchio davanti a me. Dovevamo fare in fretta. Iniziai a segarmi mentre lei mi leccava. Il pensiero che sua madre potesse beccarci aveva creato una situazione particolarmente eccitante. Mentre stavo venendo nella bocca di Paola, sentimmo la porta del bagno aprirsi e sua madre dirigersi verso il soggiorno. Paola fu bravissima a ingoiare tutto, senza perdere nemmeno una goccia, e a ripulirsi in pochi secondi. Nel frattempo io mi allontanai in cucina per sistemarmi.
“Tutto bene?” Chiese Giovanna a sua figlia “hai una faccia….”
“Sì sì mamma, mi ero addormentata storta ed è per questo che mi vedi tutta spettinata e scombinata” rispose Paola
Non credo ci beccò quel giorno, ma il rischio fu davvero alto.

Ma torniamo a noi, o meglio a quella sera in hotel con Giovanna. Mi stava facendo un pompino meraviglioso, leccando e baciando il cazzo con grande maestria, quando si aprì l’accappatoio e inziò a strusciare il mio membro umido sulle tette e sui capezzoli.
Poi lo riprese in bocca, questa volta con più decisone e nel frattempo mi stuzzicava con la mano andando avanti e indietro.

Le dissi che stavo per venire… ero curioso di vedere la sua reazione. Si sarebbe staccata? Mi avrebbe fatto venire sul suo seno? O nel lavandino? Niente di tutto ciò. Continuò a succhiarmelo e quando esplosi nella sua bocca, ingoiò tutto senza perdere nemmeno una goccia.
Fu un pompino favoloso. Uno dei migliori mai ricevuti.

Ci salutammo e tornai nella mia stanza a dormire, per non destare sospetti tra i suoi colleghi e gli altri tutor.

Nei due giorni successivi di campus, lavorammo come se niente fosse successo, per non destare sospetti tra le altre persone.

Una volta rientrati in Italia, Giovanna ed io ci rivedemmo un paio di volte di giorno in motel. Dopodiché decidemmo, di comune accordo, che una relazione clandestina sarebbe stata troppo rischiosa per entrambi. Con grande dispiacere ed estrema lucidità ci salutammo, con il tacito accordo di tenere per noi questa meravigliosa avventura.
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